LO STIVALE CHE BALLA


Realtà nata a Milano nel 2010, “Lo Stivale che Balla” ha come obiettivo la promozione, la diffusione e la valorizzazione della danza popolare, con uno sguardo particolarmente attento (anche se non esclusivo!) a quella del nostro meraviglioso paese.

È composto da un gruppo di ballerini, musicisti, appassionati ed entusiasti cultori che da oltre un decennio si dedicano alla documentazione video delle danze tradizionali italiane durante le occasioni festive oppure attraverso ricostruzioni effettuate con i testimoni.

Lo “Stivale” è uno dei protagonisti della vita del C.I.Q. (Centro Internazionale di Quartiere, luogo di aggregazione e di incontro per tutti i cittadini di tutti i paesi del mondo, riferimento del quartiere Corvetto e della città di Milano), organizza corsi di danze tradizionali italiane e del mondo e animazioni in momenti di festa nelle scuole, presso associazioni e centri culturali.

Al nostro festival condurranno lo stage di Tarantella di Montemarano e presenteranno il loro libro “BAUSCIA! IL BALLO AMBROSIANO: FORME IMPROVVISATIVE, MUSICA E CONTESTI”

TARANTELLA DI MONTE MARANO 

“…Mi ritrovai a Montemarano, una comunità di canzoni e cori… E che tarantella… Le donne mi presero e mi portarono a ballare… ogni occhiata nella stanza brillava sensuale di gioia.” Alan Lomax, 1955 (da L’anno più felice della mia vita, Il Saggiatore)

Gli amici dello Stivale che Balla ci porteranno in Irpinia, regione montana al centro della Campania, dove si trova un piccolo tesoro: il paese di Montemarano, in provincia di Avellino, ricco di tradizioni in fermento ancora profondamente vissute dai suoi abitanti, in primo luogo quelle del Carnevale e della Tarantella, intrinseci ed indispensabili elementi della cultura ma soprattutto dell’identità montemaranese, celebrato come il paese “del Vino e della Tarantella”.

La tarantella MonteMarano si balla in cerchio, a quattro, a due e in danza processionale tipica del Carnevale ed è guidata dalla figura indispensabile del Caporabballo, maestro nella conoscenza dei motivi e degli elementi funzionali della Tarantella, capace di legare i movimenti ai suoni e al ritmo per rendere la danza un'esperienza che unisce e consolida la comunità. 

 

IL LIBRO “BAUSCIA! IL BALLO AMBROSIANO: FORME IMPROVVISATIVE, MUSICA E CONTESTI”

Un territorio fluido di confine abita le città. Lo vediamo nelle tante bande e compagnie che segnano la vita degli immigrati di seconda generazione. Queste dinamiche sono sempre esistite nei sottomondi urbani, creando linguaggi condivisi che scelgono come etichetta e bandiera la musica e la danza. In questo testo gli autori fanno emergere il mondo milanese passato dalla casa di ringhiera al condominio di periferia, che si riconobbe nel ballo ambrosiano. Romana Barbui, Michele Cavenago, Fabio Lossani e Placida Staro presentano documenti, cronache e riflessioni di una ricerca condotta nell’arco di 40 anni in una Milano in cui ormai di quel mondo si trovano solo gli ultimi rappresentanti. Altre bande, altre aggregazioni, altre danze popolano le strade, le discoteche ed i centri sociali delle periferie. Bauscia (nel senso di “sbruffone”), usato in particolare da uno dei maestri, ha accompagnato per diversi anni i progressi di Michele e Romana. È un’interiezione caratteristica milanese e lombarda con cui alcuni ambrosianisti apostrofavano il ballerino che si metteva in mostra con passi o mosse particolari ed appariscenti. L’intenzione era a metà tra il canzonatorio e l’ammirato: un epiteto emblematico dell’invito al controllo, alla moderazione in pista e dell’apertura al commento, al confronto e al giudizio nella vita.